Reduce da un
Sanremo Rock, dove Stefano Mordenti si è esibito con ben tre brani inediti
davanti ad una giuria di esperti, eccolo ritornare in radio con un singolo
tutto nuovo.
Lo abbiamo incontrato
per farci scoprire qualcosa in più a riguardo…
Ben ritrovato caro
Stefano…
Iniziamo proprio con
“Strano però”, è questo infatti il titolo del tuo nuovo singolo, il quale
racchiude una dedica molto speciale e, se vogliamo, malinconica…
Il brano
nasce immagino da un’esperienza personale, vissuta sulla tua pelle… tuttavia,
ascoltandolo, si intuisce come il significato di “Strano Però” possa estendersi
al di là della storia che racconti…
Ciao Sonia e ben ritrovata anche a te. Si, il brano è
legato ad un’esperienza personale.
L’ho dedicato a mia cugina che purtroppo è venuta a mancare
qualche mese fa in modo improvviso e tragico.
Sono rimasto molto colpito da questo evento. Con Simona ho
passato buona parte della mia infanzia, della mia adolescenza e non solo. Ho
dei bellissimi ricordi.
Non ho fatto altro che pensare a lei e ci penso ancora e penso a
tutte le persone che soffrono per lei.
Quando succedono queste cose così improvvise, anche se esiste
una spiegazione logica, la tua mente la rifiuta e ti chiedi:
“Strano però, ma come può essere successa una cosa simile?”
Insomma, non l’accetti.
Ecco come la musica
quindi acquisisce un linguaggio universale, capace di muoversi oltre i
confini dello spazio e del tempo, e come le persone possano riconoscersi nelle
canzoni, specie nelle canzoni d’autore…
La musica ha il potere di far arrivare alle persone i nostri
messaggi e i nostri stati d’animo.
Le persone si possono ritrovare certamente in una canzone perché
la musica mantiene vivi i nostri ricordi, smuove le nostre coscienze.
Spero che questa canzone possa arrivare fin lassù, fino al
cielo, se è vero che la musica può rompere le barriere spazio-temporali.
Come dice il titolo
stesso del brano, si tratta di una canzone particolare, tutt’al più, con un
contenuto e dei suoni che si discostano molto dalle canzoni radiofoniche di
questa stagione, con ritmi molto estivi… come mai la scelta di pubblicare
proprio questo brano in estate…?
Mi sento uno spirito libero e non mi interessano le regole del
mercato.
La musica per me è sentimento, è sregolatezza, è libertà.
Quando nasce una nuova canzone è come se per me nascesse un
“figlio” (da babbo lo dico con le dovute proporzioni eh !!!! SORRISO)
Perché allora tener nascosto questo “figlio” aspettando che
altri ti dicano quand’è il momento opportuno per mostrarlo?
La melodia, come lo
stesso video che accompagnano il singolo sono molte nostalgiche, tuttavia il
brano hai un messaggio chiaro, intriso di speranza, con un sentimento molto
forte verso la cura dei ricordi….
Il video con la regia di Domenico Costanzo, è stato
volutamente girato di notte perché la notte richiama un momento
nostalgico, intimo e fa riflettere.
Per l’occasione è stata scelta una location particolare e
magica che rappresenta la fermata e la partenza: una vecchia stazione dei treni
in disuso trasformata magistralmente dall’associazione culturale “Le Petite
Voyage” nel teatro più piccolo del mondo.
La melodia è certamente nostalgica come giustamente dici tu, ma
alcune frasi del testo (…non sarà questa notte a porti via…ma se poi tu mi cerchi
io ci sarò…) danno spazio anche alla speranza, la speranza che al di là di
questa vita terrena, l’amore non abbia mai fine.
Le tue esperienze
musicali lo dimostrano, come anche i tanti singoli pubblicati in radio, ognuno
con lunghe settimane di permanenza in classifica…
Il tuo genere,
infatti, ne contiene molti: rock, pop, indie, e tutte le varie influenze e
contaminazioni che questi stili includono. Quanto ti piace sperimentare…?
Mi piace molto, mi piace cogliere le sfumature delle sonorità, i
suoni particolari di una canzone.
Per far questo c’è bisogno di ascoltare una canzone tante volte,
cosa che oggi, ahimè, in pochi ancora fanno.
Ricordo che più di trent’anni fa dopo aver preso in mano oltre
alle bacchette della batteria una chitarra acustica, iniziai a creare le mie
prime basi musicali elettroniche con l’utilizzo del computer, grazie ai mitici
Commodore 64 e Commodore Amiga. Successivamente acquistai una chitarra
elettrica, un amplificatore e il Vocoder con l’Auto-Tune per manipolare l’audio
che tanto di moda va adesso.
Sperimentare per me è una sfida in più, è divertente e
soprattutto mi dà la possibilità di cercare nuove sonorità, di mescolare generi
diversi per scegliere l’abito che più si adatta e meglio veste la mia canzone.
Prima di salutarci,
qualche parola sui tuoi prossimi progetti...
Ci saranno altri
singoli… un nuovo album…?
Questi ultimi anni per me sono stati molto intensi dal punto di
vista musicale e pieni di soddisfazioni.
Ho partecipato a importanti concorsi dove mi sono potuto esibire
dal vivo realizzando di fatto alcuni dei miei sogni (e chi scorda il Teatro
dell’Ariston, Casa Sanremo…), ho pubblicato nuovi singoli e nuovi video, per
ultimo quello di “Strano Però” un mese fa.
Considerando che ho molte canzoni finite e da pubblicare (più di
100) direi che i progetti per il futuro non dovrebbero mancare e non mi do
delle scadenze, ma la cosa che più mi manca è l’esibizione dal vivo, che poi la
parola esibizione mica mi piace granché…
Manca il calore della gente.
D’atra parte, siamo fatti di emozioni.
Un abbraccio.
Sonia Bellin